USA FUORI DALL’OMS. TRUMP: “PANDEMIA GESTITA MALE”, MA FORSE C’È DELL’ALTRO…

La stampa USA incalza: “Gestita male pure la suina del 2009”. Ma dietro alla scelta di Trump ci sarebbero anche motivazioni politiche ed economiche


10/07/2020

È arrivata, non proprio come un fulmine a ciel sereno, l’ufficialità: gli USA lasceranno l’Organizzazione Mondiale della Sanità a partire dal 6 Luglio 2021, come da regolamento, a un anno esatto dalla notifica ufficiale. La notizia era nell’aria già da Aprile, quando il Presidente Trump accusò l’OMS sia di non aver mandato degli esperti in Cina che potessero tempestivamente valutare la gravità dell’epidemia da Coronavirus, sia di aver lodato Pechino per una trasparenza a suo avviso “inesistente”, motivi per i quali decise di interrompere temporaneamente i finanziamenti destinati all’organizzazione. Nel mese di Maggio, ci ha pensato la stampa statunitense a incalzare: il Wall Street Journal, infatti, ha accusato l’OMS di essersi fatta influenzare da Pechino nell’elezione del nuovo direttore generale (Tedros Adhanom Ghebreyesus); mentre il Financial Times ha avanzato una duplice accusa: l’OMS avrebbe gestito male non solo l’emergenza sanitaria causata dal Covid, ma anche quella dell’N1H1 (influenza suina) del 2009; inoltre, essa sarebbe “un’istituzione compromessa, influenzata dai Paesi Membri”.

 

Diversi, quindi, i motivi per cui gli USA avrebbero deciso, da primo Paese contribuente, prima di sospendere i finanziamenti e poi il provvedimento più estremo, addirittura lasciare l’organizzazione. Sembrerebbe, comunque, per i tempi trascorsi, una decisione piuttosto meditata e non presa di punto in bianco. Tuttavia, ciò non vuol dire che sia per forza vantaggiosa; sulla questione si è espresso anche il nostro Ministro della Sanità, Roberto Speranza, il quale ha definito “gravissima” la scelta di Donald Trump, poiché stiamo vivendo un periodo in cui sarebbe più giusto “unire le forze”, piuttosto che indebolire un’istituzione come l’OMS. In effetti, l’uscita degli USA avrà un impatto economico non indifferente, considerando che, secondo quanto riporta La Stampa, ben 553 milioni dei 6 miliardi di dollari che costituiscono il fondo dell’OMS provengono proprio dagli Stati Uniti, ovvero più di un dodicesimo del denaro (teniamo presente che i Paesi Membri sono 193).

 

A ogni modo, bisogna constatare che l’incoerenza proviene da ambo le parti: poco dopo la metà di Gennaio, infatti, Trump si lasciò scappare delle lodi all’indirizzo del Governo cinese per le eccellenti misure prese al fine di evitare la diffusione del virus, salvo poi, appena tre mesi dopo, criticare l’OMS per aver rivolto altrettante lodi per la trasparenza della Cina. Ma la confusione non porta soltanto la firma di Donald Trump: in data 14 Gennaio, l’immunologa americana Maria Van Kerkhove, responsabile dell’OMS per la risposta al 2019-nCoV, mise in allerta il mondo intero dichiarando l’incredibile velocità con cui il nuovo ceppo del Coronavirus era in grado di diffondersi, ma proprio l’OMS non si preoccupò di smentire la sua stessa responsabile, appena poche ore dopo, pubblicando un tweet in cui dichiarava “l’inesistenza di prove certe del contagio del nuovo Coronavirus da persona a persona”. Insomma, nessuno ci aveva ancora capito niente, nemmeno l’istituzione dell’ONU specializzata in ambito sanitario, ed è quanto dire…

 

Sia come sia, non ho potuto fare a meno di pensare che la scelta di Trump dovrà, nel bene o nel male, avere delle ripercussioni di tipo politico. Non dobbiamo dimenticarci che a Novembre si vota per eleggere il nuovo Presidente degli USA e la decisione di Trump arriva proprio nel bel mezzo di una particolarissima campagna elettorale. Dunque, è l’ennesima mossa per far parlare di sé, o nel mezzo c’è davvero l’interesse del Paese? L’elettorato americano avrà apprezzato questo drastico provvedimento, o il Presidente ci rimetterà la poltrona? Come si suol dire in questi casi, ai posteri l’ardua sentenza…


Luigi Dell'Utri, 10/07/2020