RANDONAUTICA, L’APP CHE TI CONDUCE VERSO TUTTO QUELLO CHE DESIDERI

Attrattori, vuoto o anomalia… è tutto vero, o si tratta dell’ennesimo ingigantimento dei social network?


17/07/2020
Non c’è che dire, nei social network non c’è mai un attimo di pace. Charlie Charlie, Blue Whale Challenge, Momo, Samara e September-20 sono solo alcuni dei fenomeni diffusisi in rete negli ultimi anni e tutti hanno a che vedere con qualcosa di inquietante. Sfide, rituali, eventi storici e leggende metropolitane, ma questa volta la “colpevole” è un’applicazione che è sempre più sulla bocca degli utenti sui social: Randonautica. 

Questa app promette ai propri utenti di condurli, tramite Google Maps, in luoghi abbastanza vicini in cui possano trovare ciò che desiderano oppure la risposta a una domanda esistenziale. Per riuscirci, il “randonauta” non deve far altro che selezionare una “tipologia di luogo” e, successivamente, il proprio obiettivo (che, per l’appunto, può essere un oggetto, un concetto astratto o una domanda come “qual è il senso della vita?”). Per “tipologia di luogo” si intende una delle tre opzioni che l’utente deve selezionare: attrattori, vuoto o anomalia. I luoghi “attrattori” sono posti dove dovrebbe essere più probabile trovare ciò che si cerca, i luoghi “vuoti”, al contrario, quelli in cui è meno probabile; i luoghi “anomalia”, invece, sono un po’ più particolari: se sei sfortunato, non troverai nulla, ma, se la fortuna ti assiste, troverai una risposta ancora più chiara ed esplicita di quella che troveresti in un luogo “attrattore”. 

Ma come l’app è diventata virale?

Dovete sapere che Randonautica vi chiederà di condividere le vostre esperienze sui social o su alcune piattaforme come Reddit. In particolare, il social che più ha contribuito alla diffusione dell’app è TikTok, in cui i protagonisti condividono le immagini del viaggio e di ciò che trovano alla fine dello stesso. Non si può negare che alcune esperienze lasciano davvero senza parole: tra le più popolari, quella di un utente che si è posto come obiettivo “il male” e, alle coordinate indicate, ha trovato una signora di mezza età che lo guardava con fare minaccioso e parlava rivolta verso di lui, con un atteggiamento per niente rassicurante. O, ancora, la storia di due ragazzi che hanno trovato, sugli scogli in riva al mare nei pressi di Seattle, una valigia con dentro un cadavere smembrato (sul posto sarebbe intervenuta la polizia, che avrebbe confermato il ritrovamento di un cadavere non identificato). Se alcune storie hanno dell’incredibile e risultano quasi inconfutabili, altre sembrano costruite ad hoc per spaventare o divertire la community di TikTok. 

N.B. Tengo a precisare che le storie di cui ho appena parlato sono facilmente verificabili tramite numerosi articoli in rete, o più semplicemente cercando tra le più popolari storie su TikTok taggate #Randonautics. In fondo a questo articolo, lascerò il link di una nota testata giornalistica attraverso cui potrete verificare l’effettivo avvenimento della storia della valigia. 

Ma cosa c’è di vero?

Personalmente, mi viene difficile pensare che possa esserci un reale collegamento tra ciò che l’utente desidera trovare e il luogo in cui l’app lo conduce. Sebbene sia davvero complicato non farsi due domande dinanzi a certe storie, è tuttavia vero anche che, a fronte di una storia apparentemente inspiegabile, ce ne sono altre novantanove assolutamente inconcludenti, eccezion fatta per certe costanti. Se come obiettivo della ricerca hai qualcosa di oscuro o comunque poco felice, infatti, l’applicazione ti condurrà sempre in posti bui e poco trafficati (come, per esempio, un bosco vicino a te oppure una via sperduta della tua città), ma converrete con me se dico che, al giorno d’oggi, è semplice reperire le coordinate di questo genere di posti (peraltro molto comuni). Ma al di là di questi elementi costanti, non sussistono poi tante prove che ciò che l’app promette sia effettivamente vero.

Si tratta dunque di coincidenze? Probabile! Come detto prima, le statistiche parlano chiaro: le storie su TikTok e altre piattaforme saranno anche migliaia, ma rimangono ben poche a fronte di più di un milione di download dell’app. A far notizia, d’altronde, non potranno mai essere le storie inconcludenti, bensì soltanto quelle eclatanti. Voi riuscite a immaginare un titolo di giornale tipo: “Due ragazzi esplorano la propria città con Randonautica e non trovano assolutamente nulla”? 

Ma quindi sono solo coincidenze, o c’è anche altro?

A mio avviso, è importantissimo considerare anche la componente psicologica. La mente umana è, per natura, facilmente influenzabile. Se tu, utente, stai cercando qualcosa inerente al paranormale, il tuo cervello amplificherà automaticamente qualsiasi “segnale” che possa risultare anche solo lontanamente “strano”. A quel punto, è molto facile entrare in soggezione: qualsiasi cosa che normalmente considereresti regolare o che ignoreresti (o su cui comunque non ti faresti troppe domande) diventa, in men che non si dica, inspiegabilmente insolita e/o interessante. Tralasciando i casi in cui gli utenti trovano effettivamente qualcosa di fisico nei luoghi indicati, molte altre storie si basano, per esempio, su ombre o nuvole che assumono forme particolari, o ancora su rumori (reperibili in natura) che risultano particolarmente inquietanti. In quei casi, credo proprio che la soggezione faccia la sua parte.

Per concludere, rispondo alla domanda posta all’inizio dell’articolo: i social ingigantiscono? Sì. In tutta questa storia, non trovo nessun elemento inedito rispetto a quelli che abbiamo già visto nel periodo della Blue Whale Challenge o di Samara. Si tratta, molto semplicemente, di un fenomeno che ha il suo “ciclo vitale”: è nato nel mese di Giugno, sta spopolando adesso e finirà seppellito nei meandri di Internet nel giro di poco.


Luigi Dell'Utri, 17/07/2020